05/03/17

A chi si ispirano gli eroi?

Nel mese di febbraio ricorre negli Stati Uniti il “black history month”, un’occasione per ricordare la diaspora africana e per ricordare coloro che hanno lottato per i diritti di un popolo che per anni è stato oppresso e umiliato. Il neoeletto presidente Trump, durante un'intervista, ha parlato appunto di eroi del popolo afroamericano come Martin Luther King (omettendo Malcom x, Huey P Newton, Angela Davis, Stephen Biko, Nate Turner e tanti altri purtroppo) e poi di un personaggio poco conosciuto in Italia, ma che è stato forse colui che ha ispirato gran parte degli eroi: Frederick Douglass.


Fin qui nulla di male se non fosse che il caro vecchio Trumpolino ha parlato di Douglass come se fosse ancora vivo dicendo appunto “è una persona che sta facendo un grande lavoro e sta ottenendo sempre più riconoscimenti per ciò che fa". Frederick Douglass purtroppo è deceduto più di 100 anni fa e la superficialità con cui è stata esposta la storia di questo eroe afroamericano non rappresenta nemmeno lontanamente quel che è stato Frederick Douglass e in questo articolo, seppur con poche righe, tenterò di raccontare la storia di quest'ultimo.

Frederick Douglass nacque schiavo nel 1818 e come tanti altri all’età di 7 anni e fu costretto a lavorare in una piantagione. All’età di dodici anni imparò l'alfabeto che gli venne insegnato dalla moglie del suo padrone all’oscuro di quest’ultimo. Douglass fu però scoperto dal suo padrone che gli impedì di imparare a leggere e a scrivere perché sosteneva che uno schiavo che acquisisce l’abilità di leggere e scrivere diventa scontento della sua condizione e desideroso di libertà.

Nonostante ciò Frederick Douglass imparò lo stesso a leggere e scrivere guardando altri ragazzini bianchi della sua età e quindi cominciò a leggere quotidiani, libri sulla politica. Lettura dopo lettura, il giovane Douglass prendeva sempre più coscienza della propria posizione e cominciava a sostenere l’uguaglianza tra bianchi e neri. Passò da un padrone all'altro e le percosse che subì non riuscirono a fermare il suo attivismo. Infatti egli insegnò ad altri schiavi a leggere il Nuovo testamento e donò una speranza a molte persone. Tentò varie volte di scappare dalla piantagione e ci riuscì nel 1838 diventando finalmente un uomo libero.

Andò a vivere in Massachusetts dove aderì a vari movimenti abolizionisti e conobbe uno dei leader del movimento, che lo invitò a parlare durante un incontro. Douglass impressionò la platea col suo discorso che esponeva la durezza della vita dello schiavo. Nel 1845 scrisse la sua opera più famosa intitolata “Narrative of the life of Frederick Douglass, an american slave" che ottenne un grandissimo successo e lo portò a diventare una delle figure più importanti del movimento abolizionista e, grazie alla sua abilità oratoria, divenne famoso in tutti gli Stati Uniti.

Douglass fu uno dei più forti sostenitori del presidente Abraham Lincoln che promulgò il “Proclama di emancipazione" che aboliva lo schiavismo nella confederazione. La carriera politica di Douglass fu brillante ed arrivò persino a candidarsi come vicepresidente degli Stati Uniti. Morì nel 1895 dopo un discorso al National Council of Women a causa di un infarto acuto.

Questa è la storia di un uomo che da schiavo divenne una delle figure più influenti nella politica americana, che ha combattuto per i diritti del proprio popolo e che ha rischiato la vita per le sue opinioni.

Frederick Douglass è stato il modello da cui tanti altri leader afroamericani hanno preso spunto ed ha ispirato la lotta per i diritti civili che ha finalmente portato all’uguaglianza formale tra uomini bianchi e neri.

La sua storia resterà la prova della dignità e della forza di un popolo che non si è mai inginocchiato davanti ai suoi sfruttatori.


Simone Villari - 3A

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