23/02/17

Il cielo ci cadrà sulla testa!

I cosiddetti furbetti del cartellino, si sa, sono sempre esistiti (si parla tanto di Sanremo recentemente…). Ma se nel privato è il capo dell’azienda o il responsabile del personale ad occuparsi della questione, nel pubblico è tutta un’altra storia. Infatti, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera per l’attuazione dei decreti che prevedono l’istantaneo licenziamento dei furbetti. In realtà tali provvedimenti sono già in vigore, vanno però corretti e riveduti.




Gli statali colti con le mani nel sacco, saranno sospesi entro quarantott’ore e licenziati entro un mese. A pagarne le conseguenze saranno anche i dirigenti (o qualsivoglia categoria di superiori) che, a conoscenza del reato, faranno finta di niente. Nessun favoritismo, non si sfugge dall’inevitabile braccio della legge.

Le foto e i video dei sopracitati furbetti le abbiamo viste tutti: chi striscia e dopo un quarto d’ora se ne va, chi si presenta in mutande, chi striscia e poi, prima di entrare in ufficio, si reca a fare colazione e la spesa presentandosi dopo ore rispetto all’orario dichiarato. Il problema è che (non soltanto negli uffici pubblici) regna la quasi totale mediocrità. E cosa succede quando la mediocrità regna sovrana? Che si creano disservizi e non servizi, disservizi che costano soldi, che se pubblici sono, in piccola parte, le tasse che noi abbiamo versato nelle casse dello Stato.

Allora succede che un po’ ovunque troviamo dei veri e propri inetti, che continuano ad essere pagati per un lavoro per il quale dovrebbero avere competenze che effettivamente non ci sono. Un esempio su tutti: le poste.
Quante volte ci siamo lamentati per un’esperienza negativa alle poste? Io personalmente ne ho collezionate tre, una più tragicomica dell’altra. Se rimanete un paio d’ore all’ingresso delle poste, noterete che molti entrano, ma nessuno esce. Questo perché le famigerate code delle poste sono anche peggio di quelle sul grande raccordo anulare. Addirittura si narra che in alcune zone remote dell’Europa, le madri dicano ai figli questa frase: “Se non vai a letto presto, domani ti porto alle poste a fare la fila!”

Questo mi rimanda ad un episodio in particolare della geniale (a mio avviso) serie Asterix e Obelix: ne “Le dodici fatiche di Asterix”, una delle dure prove consiste nel recarsi nella “casa che rende folli”, andare allo sportello due e farsi consegnare il famigerato “lasciapassare A-38”. E qui viene il bello. Per il lasciapassare A-38 devono recarsi prima allo sportello 1 del corridoio di sinistra, ultima porta a destra. Ma anche lì ci sono problemi. Da qui si apre un surreale ma quanto mai profetico viaggio della speranza, in cui i due protagonisti attraversano piani e piani di questa fantomatica casa, che spiega così il perché del suo nome.

Vi lascio il link della scena perché merita davvero di essere vista:

https://www.youtube.com/watch?v=1_LC-v6B9qY

Questa situazione non è poi, se ci pensiamo, così surreale, ripensiamo ancora una  volta alle disavventure alle poste.

Ma i mediocri non sono solo alle poste. I mediocri sono dappertutto, sono medici, sindaci, assessori, impiegati, e non solo. Quando riuscirò ad ottenere un servizio (che mi spetta in quanto cittadino italiano) come si deve, allora sono sicuro che il cielo ci cadrà sulla testa. Di fronte agli inetti di questo paese, sono sicuro che nemmeno gli irriducibili galli (nati dalla mente di Goscinny e Uderzo), con l’aiuto della pozione magica del druido Panoramix con la quale riescono a tenere testa perfino a Giulio Cesare e al suo Impero, riuscirebbero a sopravvivere in uno qualsiasi degli uffici pubblici italiani.

Detto ciò, non mi resta che esclamare: “PER TOUTATIS!” e ricordarvi che ci troviamo sempre, qui, la settimana prossima.

Editoriale di Pietro Tancredi - VB



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