I
cosiddetti furbetti del cartellino, si sa, sono sempre esistiti (si parla tanto
di Sanremo recentemente…). Ma se nel privato è il capo dell’azienda o il
responsabile del personale ad occuparsi della questione, nel pubblico è tutta
un’altra storia. Infatti, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera per
l’attuazione dei decreti che prevedono l’istantaneo licenziamento dei furbetti.
In realtà tali provvedimenti sono già in vigore, vanno però corretti e
riveduti.
Gli
statali colti con le mani nel sacco, saranno sospesi entro quarantott’ore e
licenziati entro un mese. A pagarne le conseguenze saranno anche i dirigenti (o
qualsivoglia categoria di superiori) che, a conoscenza del reato, faranno finta
di niente. Nessun favoritismo, non si sfugge dall’inevitabile braccio della legge.
Le
foto e i video dei sopracitati furbetti le abbiamo viste tutti: chi striscia e
dopo un quarto d’ora se ne va, chi si presenta in mutande, chi striscia e poi,
prima di entrare in ufficio, si reca a fare colazione e la spesa presentandosi
dopo ore rispetto all’orario dichiarato. Il problema è che (non soltanto negli
uffici pubblici) regna la quasi totale mediocrità. E cosa succede quando la
mediocrità regna sovrana? Che si creano disservizi e non servizi, disservizi
che costano soldi, che se pubblici sono, in piccola parte, le tasse che noi
abbiamo versato nelle casse dello Stato.
Allora
succede che un po’ ovunque troviamo dei veri e propri inetti, che continuano ad
essere pagati per un lavoro per il quale dovrebbero avere competenze che
effettivamente non ci sono. Un esempio su tutti: le poste.
Quante
volte ci siamo lamentati per un’esperienza negativa alle poste? Io personalmente
ne ho collezionate tre, una più tragicomica dell’altra. Se rimanete un paio
d’ore all’ingresso delle poste, noterete che molti entrano, ma nessuno esce.
Questo perché le famigerate code delle poste sono anche peggio di quelle sul
grande raccordo anulare. Addirittura si narra che in alcune zone remote
dell’Europa, le madri dicano ai figli questa frase: “Se non vai a letto presto,
domani ti porto alle poste a fare la fila!”
Questo
mi rimanda ad un episodio in particolare della geniale (a mio avviso) serie Asterix e Obelix: ne “Le dodici fatiche
di Asterix”, una delle dure prove consiste nel recarsi nella “casa che rende
folli”, andare allo sportello due e farsi consegnare il famigerato
“lasciapassare A-38”. E qui viene il bello. Per il lasciapassare A-38 devono
recarsi prima allo sportello 1 del corridoio di sinistra, ultima porta a
destra. Ma anche lì ci sono problemi. Da qui si apre un surreale ma quanto mai
profetico viaggio della speranza, in cui i due protagonisti attraversano piani
e piani di questa fantomatica casa, che spiega così il perché del suo nome.
Vi
lascio il link della scena perché merita davvero di essere vista:
https://www.youtube.com/watch?v=1_LC-v6B9qY
Questa
situazione non è poi, se ci pensiamo, così surreale, ripensiamo ancora una volta alle disavventure alle poste.
Ma
i mediocri non sono solo alle poste. I mediocri sono dappertutto, sono medici,
sindaci, assessori, impiegati, e non solo. Quando riuscirò ad ottenere un
servizio (che mi spetta in quanto cittadino italiano) come si deve, allora sono
sicuro che il cielo ci cadrà sulla testa.
Di fronte agli inetti di questo paese, sono sicuro che nemmeno gli irriducibili
galli (nati dalla mente di Goscinny e Uderzo), con l’aiuto della pozione magica
del druido Panoramix con la quale riescono a tenere testa perfino a Giulio
Cesare e al suo Impero, riuscirebbero a sopravvivere in uno qualsiasi degli
uffici pubblici italiani.
Detto
ciò, non mi resta che esclamare: “PER
TOUTATIS!” e ricordarvi che ci troviamo sempre, qui, la settimana prossima.
Editoriale
di Pietro Tancredi - VB
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