26/05/16

A casa i Marò...

La notizia più importante della settimana è il ritorno in Italia del Marò Salvatore Girone. Sono passati più di quattro anni da quando i due Marò furono accusati di aver ucciso due pescatori al largo della costa del Sud dell’India.  Il popolo italiano si scinde in due fazioni: chi è contento per la notizia ma arrabbiato per tutto il tempo che i due della San Marco (il reggimento San Marco è il reparto speciale del quale fanno parte i Marò) hanno dovuto aspettare mentre lo Stato Italiano giocava al “tira e molla” con l’India, chi invece è contento ma cerca di ironizzare, sostenendo che comunque i tempi dei processi in Italia sono molto più lunghi di quattro anni…



Di sicuro, chi ha un problema da risolvere è il segretario federale della Lega Nord. Durante i comizi, Matteo Salvini aveva, prima della notizia del ritorno di Girone, due cavalli di battaglia coi quali incitava la folla a seguirlo nelle sue imprese politiche. Tralasciando i vari “basta euro” e “usiamo la ruspa”, i due slogan principali sono: “A casa loro” e “a casa i Marò”. In qualche modo, la casa c’entra sempre. Ma ora che i Marò sono veramente a casa, come farà il nostro Salvini, che ha visto il dimezzamento del proprio programma politico?

Ovviamente, l’India ha imposto delle condizioni all’Italia per il rimpatrio provvisorio del Marò.  Salvatore Girone ha infatti l’obbligo di consegnare il passaporto alle autorità italiane e di firmare la propria presenza ogni mercoledì del mese presso un commissariato. Queste condizioni erano state già stabilite dal tribunale arbitrale, ma ne sono state aggiunte altre. Il governo italianò avrà l’incarico di aggiornare l’India con un verbale ogni tre mesi riguardo la situazione di Girone. La prima nota dovrà giungere il primo settembre.

Insomma, passaporto ritirato (di conseguenza non potrà viaggiare) e obbligo di firma. Praticamente, una sorta di “libertà vigilata” concessa da New Dheli all’Italia.
Passiamo dal mare alla spiaggia, la notizia è fresca di giornata ed ottima per cominciare l’estate: Sulle spiagge italiane, ogni cento metri si trovano settecentoquattordici rifiuti. Tra le quarantanove spiagge campionate, sono ben sedici quelle campane. Nella situazione più critica si trova sicuramente la spiaggia di Coccia di Morto a Fiumicino (Roma), che vanta, nell’arco di cento metri, il record di cinquemila e cinquecento rifiuti.

Nella top-ten dei rifiuti che è possibile recuperare sulle spiagge: Al primo posto troviamo pezzi di plastica e polistirolo (22,3%), seguiti da cotton fioc (13,2%), tappi e coperchi di plastica e metallo, reti da pesca, buste di plastica e (questi non mancano mai) mozziconi di sigarette (7,9%).
Parlando di Salerno, chi non ha mai passeggiato sul lungomare che da piazza della Concordia porta a Torrione? Ebbene, percorrendo questa fatidica strada, è possibile ammirare sulle spiagge del mare (aiutatemi a chiamarlo “mare”) buste di spazzatura, vestiti, bottiglie di vetro (integre e a pezzi), siringhe e tanti altri oggetti.

Come fare per migliorare? In tutt’Italia i cittadini si stanno impegnando volontariamente per la pulizia dei litorali. Potrebbe essere una buona idea, per pulire una parte del nostro bellissimo territorio e “ripulire” il comportamento di noi cittadini che molto spesso dimentichiamo l’educazione ma soprattutto la legge.

L’anno scolastico è terminato, e con questo anche le pubblicazioni del nostro giornale. Ne approfitto per ringraziare tutti i ragazzi che hanno realizzato con me questo progetto (nessun alunno è stato maltrattato nel corso di questi mesi, almeno non ufficialmente…) e per rimanere in tema marittimo do un “in culo alla balena” ai nostri due redattori (Francesco Sorgente e Michelangelo Maiellaro) che quest’anno sosterranno il “terribile” esame di maturità. A tutti voi lettori un grazie enorme, ma non temete… Ci vediamo l’anno prossimo! ;)


L’ultimo (purtroppo) editoriale del vostro caporedattore preferito, Pietro Tancredi.

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