La notizia più importante della settimana è il ritorno in Italia
del Marò Salvatore Girone. Sono passati più di quattro anni da quando i due
Marò furono accusati di aver ucciso due pescatori al largo della costa del Sud
dell’India. Il popolo italiano si scinde
in due fazioni: chi è contento per la notizia ma arrabbiato per tutto il tempo
che i due della San Marco (il reggimento San Marco è il reparto speciale del
quale fanno parte i Marò) hanno dovuto aspettare mentre lo Stato Italiano
giocava al “tira e molla” con l’India, chi invece è contento ma cerca di
ironizzare, sostenendo che comunque i tempi dei processi in Italia sono molto
più lunghi di quattro anni…
Di sicuro, chi ha un problema da risolvere è il segretario federale
della Lega Nord. Durante i comizi, Matteo Salvini aveva, prima della notizia
del ritorno di Girone, due cavalli di battaglia coi quali incitava la folla a
seguirlo nelle sue imprese politiche. Tralasciando i vari “basta euro” e
“usiamo la ruspa”, i due slogan principali sono: “A casa loro” e “a casa i
Marò”. In qualche modo, la casa c’entra sempre. Ma ora che i Marò sono
veramente a casa, come farà il nostro Salvini, che ha visto il dimezzamento del
proprio programma politico?
Ovviamente, l’India ha imposto delle condizioni all’Italia per il
rimpatrio provvisorio del Marò. Salvatore Girone ha infatti l’obbligo di consegnare il passaporto alle
autorità italiane e di firmare la propria presenza ogni mercoledì del mese
presso un commissariato. Queste condizioni erano state già stabilite dal
tribunale arbitrale, ma ne sono state aggiunte altre. Il governo italianò avrà
l’incarico di aggiornare l’India con un verbale ogni tre mesi riguardo la
situazione di Girone. La prima nota dovrà giungere il primo settembre.
Insomma, passaporto
ritirato (di conseguenza non potrà viaggiare) e obbligo di firma. Praticamente,
una sorta di “libertà vigilata” concessa da New Dheli all’Italia.
Passiamo dal mare alla
spiaggia, la notizia è fresca di giornata ed ottima per cominciare l’estate:
Sulle spiagge italiane, ogni cento metri si trovano settecentoquattordici
rifiuti. Tra le quarantanove spiagge campionate, sono ben sedici quelle
campane. Nella situazione più critica si trova sicuramente la spiaggia di
Coccia di Morto a Fiumicino (Roma), che vanta, nell’arco di cento metri, il
record di cinquemila e cinquecento rifiuti.
Nella top-ten dei
rifiuti che è possibile recuperare sulle spiagge: Al primo posto troviamo pezzi
di plastica e polistirolo (22,3%), seguiti da cotton fioc (13,2%), tappi e
coperchi di plastica e metallo, reti da pesca, buste di plastica e (questi non
mancano mai) mozziconi di sigarette (7,9%).
Parlando di Salerno,
chi non ha mai passeggiato sul lungomare che da piazza della Concordia porta a
Torrione? Ebbene, percorrendo questa fatidica strada, è possibile ammirare
sulle spiagge del mare (aiutatemi a chiamarlo “mare”) buste di spazzatura,
vestiti, bottiglie di vetro (integre e a pezzi), siringhe e tanti altri
oggetti.
Come fare per
migliorare? In tutt’Italia i cittadini si stanno impegnando volontariamente per
la pulizia dei litorali. Potrebbe essere una buona idea, per pulire una parte
del nostro bellissimo territorio e “ripulire” il comportamento di noi cittadini
che molto spesso dimentichiamo l’educazione ma soprattutto la legge.
L’anno scolastico è
terminato, e con questo anche le pubblicazioni del nostro giornale. Ne
approfitto per ringraziare tutti i ragazzi che hanno realizzato con me questo
progetto (nessun alunno è stato maltrattato nel corso di questi mesi, almeno
non ufficialmente…) e per rimanere in tema marittimo do un “in culo alla
balena” ai nostri due redattori (Francesco Sorgente e Michelangelo Maiellaro)
che quest’anno sosterranno il “terribile” esame di maturità. A tutti voi
lettori un grazie enorme, ma non temete… Ci vediamo l’anno prossimo! ;)
L’ultimo (purtroppo)
editoriale del vostro caporedattore preferito, Pietro Tancredi.
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